BIOGRAFIA
Alessandro Perrotta è nato a Roma il 9 agosto 1973. Cresciuto tra Via Alessandria, Via Nomentana e Corso Trieste, ha frequentato il liceo classico con poco o nessun successo. Terminata la scuola, ha cominciato a scrivere e a portare avanti una formazione personale che dura tuttora. Negli anni '90 ha fatto parte di un gruppo di giovani poeti e ha realizzato varie autopubblicazioni fino ad arrivare all'esordio vero e proprio nel 2005 con la raccolta di poesie DI NUVOLE E SASSI, ediz. La Camera Verde, Roma.
Del 2010 è L'OCCASIONE DI VIVERE, una raccolta di pensieri, anch'essa con La Camera Verde. Nel 2013 ha pubblicato IL FUGGEVOLE ISTANTE POETICO (21 poesie, Ed. Onyx), silloge che è parte integrante della più ampia raccolta POESIE PER UN GIORNO NUOVO (2005-2015), Ed. Arduino Sacco. Nel 2020 è uscito QUADERNO DI 999 PENSIERI (Ed. Corneli 403) e nel 2021 A LUME ACCESO - Nuove poesie (Ed. Progetto Cultura). 32 PICCOLE PROSE POETICHE (Ed. EscaMontage) è uscito nel 2022 e nel 2023 TACCUINO NERO (Porto Seguro Editore).
L'ultima pubblicazione è THE DARK SIDE OF THE POET (Diario 2002-2003, Etabeta Self-Publishing, 2024). Realizza reading poetici dal 1995, in locali, librerie, teatri, piazze della sua città. Si occupa anche di cinema con la realizzazione di cortometraggi interamente autoprodotti e ha lavorato per 15 anni come proiezionista presso il Cinema Intrastevere di Roma. Vive nel quartiere Quadraro con la moglie Barbara, due figlie gemelle, Dora e Dafne, nate nel 2017, il cane Harpo, la gatta Vita e mezza dozzina di pesci rossi. Lavora ovunque trovi uno spazio di libertà.
POETICA
Scrivo da più di trent'anni e fin dalla prima poesia (Iniziazione, 1993) sentii vagamente che nella direzione poetica sarebbe andato il mio destino. E così è stato, tanto più che le molte difficoltà vissute (compresa la malattia mentale) sono state superate grazie alla consapevolezza, al desiderio, di essere poeta.
Nell'epoca in cui tutti, ma proprio tutti, scrivono (e immersi nell'analfabetismo funzionale), sarei un ingenuo, uno sciocco, se non sapessi che la poesia è completamente respinta dalla società, a meno che non si pieghi, come tutte le cose, a diventare una merce. Non ho mai accettato questo diktat, per carattere personale, forse per tigna, e ho reagito con la volontà e la responsabilità necessarie per un fare autentico, vero.
Non hanno senso per me concetti come "poesia sperimentale" o "di ricerca", né tanto meno "in forma chiusa". La poesia è poesia e basta, espressa nel libero gioco di intelletto e immaginazione, produce pensiero ed emozione, sviluppa la coscienza attraverso il ritmo interiore, dà senso e capacità critica, a maggior ragione al tempo del dominio delle immagini e della tecnica, comprendendo l'eternità e la bellezza dello scrivere in versi. L'essenzialità e la verità della lingua si raggiungono dando costantemente forma al caos. Lo studio dei predecessori soltanto può consentire di arrivare all'originalità; nelle esperienze del mondo è necessario affinare la sensibilità e potenziare la libertà interiore, tenendo sempre ben a mente la dimensione dell'umano, in una continua (auto)educazione estetica ed etica. La poesia è recupero impellente della memoria, opposizione all'irrealtà del presente e slancio coraggioso nel futuro; è uno strumento che dovrebbe essere nelle mani di tutti, ma diviene un'arma spuntata prima dalla scuola e poi dalla vita con tutti i suoi "impegni".
Per questo ritengo che un poeta, oggi, debba conoscere a fondo la sua condizione, far cadere le illusioni sulla sua creazione, senza rovinare nella ricerca del "successo", nell'ansia di corrompersi; si mantenga sempre a distanza di sicurezza dal potere, pur essendo eminentemente politico, felice della sua marginalità, dove solo c'è amore. Nell'unione di forza e grazia, cioè nella sua integrità, egli porterà avanti un percorso unico, irripetibile, veramente soddisfacente e indipendente, realizzando silenziosamente un'opera (e una vita) che si avvicini a lui e ai suoi "complici".
Io ho scelto di intonare, come direbbe Whitman, non in senso egoistico ma universale, "il canto di me stesso".
Roma, 15 maggio 2021 Alessandro Perrotta
TESTI
I sassi sono le nuvole della terra,
sono fermi, fermi, fermi.
Ma se li muovi,
vagano, vagano, vagano.
Li puoi acchiappare e farne buon uso:
se sono grandi e ben levigati puoi costruirci una casa,
oppure farne un uso pessimo,
dipende da te.
Se poi li lanci contro uno specchio d'acqua,
saltellano due o tre volte
e poi affondano dimenticati da tutti.
Sono un pò come ognuno di noi, i sassi:
due o tre volte fuori dal mucchio,
due o tre giorni fanno una vita,
tutto il resto fa volume.
Le nuvole sono i sassi dell'aria.
I sassi sono le nuvole della terra.
PUBBLICAZIONI
Tutte le pubblicazioni sono disponibili scrivendo agli indirizzi alumeacceso@gmail.com e dinuvoleesassi@libero.it.
CORTOMETRAGGI
BOUQUET DI FIORI, 2024
IL ROBIVECCHI, 2023
ON THE ROAD, 2022
LUCA, PROIEZIONISTA, 2021